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Google e il tracciamento infinito

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Photo by George Dolgikh on Pexels.com

Lo portiamo sempre in tasca, lo smartphone conosce grossa parte della nostra vita se non tutta. A quanto pare anche Google nonostante i nostri tentativi.

La scorsa settimana ho parlato dell’uso indiscriminato della parola ‘se è gratis il prodotto sei tu’, questa settimana torno a parlare delle nefandezze che generalmente fanno le grandi del settore tecnologico. Ecco quanto dichiarato dal giudice in una recente sentenza che ha visto Google come imputato.

Il modello di business di Google è quasi interamente costituito dal monitoraggio delle persone e dall’utilizzo di tali dati per mostrare loro annunci pertinenti su Internet. L’ultimo rapporto annuale della società mostrava $ 282 miliardi di entrate, quindi per “anni” di violazioni della privacy, che 392 milioni di dollari ammontano a circa 12 ore di entrate.

Google ha risolto un procedimento per la privacy con un gruppo di 40 avvocati statali generali. Ha accettato di pagare 391,5 milioni di dollari per le impostazioni fuorvianti della cronologia delle posizioni che la società stava eseguendo dal 2014-2020.

Le impostazioni della cronologia delle posizioni di Google hanno messo in difficoltà diversi organismi di regolamentazione. L’azione è iniziata dopo che nel 2018 Associated Press ha pubblicato un articolo dove sottolineava che la casella di controllo “Cronologia posizione” non controllava tutta la cronologia delle posizioni di Google su tutto l’account e che molte funzioni di tracciamento delle posizioni vivevano in una seconda casella di controllo chiamata “Attività Web e app.” Andiamo bene.

Quello della privacy è un tema che tratto spesso, soprattutto perché ci credo particolarmente. Sappiamo un po’ tutti quello che Twitter sta passando in queste settimane, in sintesi il caos regna sovrano. Techrunch in un post recente ha ventilato anche l’idea che il nuovo proprietario stia perdendo pezzi soprattutto in Europa. Con il 50% dei dipendenti licenziati e poca chiarezza nella destinazione dei dati personali rischia di incorrere in serie multe. Ma dal sito fanno sapere che probabilmente è stata smantellata anche l’area dedicata alla stampa e di conseguenza nessuno risponde alle domande dei giornalisti.

Dello stesso tenore l’articolo comparso su Wired dove si legge che i licenziamenti voluti da Musk hanno ridotto all’osso il team che si occupa di politiche europee a Bruxelles, mentre nell’Ue aumenta la preoccupazione per la direzione futura della società.

Mastodon cresce, è una buona notizia per gli appassionati di open source meno per le big che amano i server centralizzati. Per capire meglio qui un’intervista al fondatore, un ingegnere tedesco molto stanco ma con le idee molto chiare.

Sono due noti client di mail ma sono fortemente a rischio. È stato identificato un nuovo malware, soprannominato StrelaStealer, che ruba attivamente le credenziali dell’account e-mail dalle popolari app client Microsoft Outlook e Mozilla Thunderbird. I due software, lo ricordiamo, sono i più utilizzati e largamente diffusi nel settore “client email”.

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