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Defunti che parlano grazie ad un app. No, non parlerò di occultismo

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Photo by Lisa Fotios on Pexels.com

Un’applicazione californiana è pronta a farvi parlare con i vostri defunti, non è spiritismo ma semplicemente delle voci caricate sul device e manipolate.

Avere la voce dei propri cari caricata sullo smartphone personale è una realtà assodata. A dirla tutta possono diventare degli assistenti virtuali grazie ad una app sviluppata da una società californiana, la HereAfter AI. L’obiettivo dell’azienda è quello di far comunicare i vivi con i morti. Allo stesso tempo, questa tecnologia è ancora, ovviamente, imperfetta. Ma se la guardiamo dal punto di vista etico l’idea di creare una versione virtuale di qualcuno è complessa, specialmente se quella persona non è stata in grado di fornire il consenso. Sull’impatto psicologico se ne potrebbe parlare a lungo, alcuni sostengono che conversare con le versioni digitali dei propri cari perduti potrebbe prolungare il dolore o allentare la presa sulla realtà. Se siete interessati a questo argomento puoi trovare altre notizie qui, visto anche il mese che ci aspetta.

La nascita di dell’app Notion

Come è nata una delle più importanti app che utilizziamo ogni giorno? Lo spiegano qui i fondatori di Notion, app per la produttività che sta superando le più blasonate di Google e Microsoft. “Eravamo solo, codice, codice, codice”, ricorda Zhao uno dei fondatori. La prima versione di Notion era uno strumento nato esclusivamente per programmatori da utilizzare per creare le proprie app. Ma non fu un successo come avevano sperato. “Non era davvero un prodotto”, dice Zhao. “Non ha funzionato perché il prodotto non era comprensibile per la maggior parte delle persone. Era più per le folle di nerd tech.” “Nessuno si sveglia con la voglia di fare software”, concludono. Oggi, sette anni dopo quel periodo passato in Giappone, Last e Zhao sono tornati a San Francisco e Notion funziona come software di successo per la produttività collaborativa all-in-one.

La Spagna e i nomadi digitali

I nomadi digitali stanno aumentando di anno in anno e si sa che sono attirati dai paesi dove il bel tempo non manca. Per questo motivo la Spagna sta semplificando le richieste di soggiorno per questi particolari lavoratori e attirarli nel loro paese. I visti saranno offerti alle persone che lavorano a distanza per imprese al di fuori della Spagna e che traggono un massimo del 20% del loro reddito da imprese spagnole.
Poiché la legge deve ancora essere approvata, ci sono ancora alcuni dettagli da definire, ma si prevede che il visto – essenzialmente un permesso di soggiorno – sarà inizialmente valido per un anno, rinnovabile per un massimo di cinque anni a seconda delle circostanze del richiedente. I parenti stretti, come il coniuge o i figli, potranno unirsi al richiedente. Per i primi quattro anni saranno tassati al 15%, anziché all’aliquota base standard del 25%.
I candidati devono provenire da fuori dello Spazio economico europeo ed essere in grado di dimostrare di aver lavorato in remoto per almeno un anno. Devono avere un contratto di lavoro o, se freelance, dimostrare di essere stati regolarmente impiegati da un’azienda al di fuori della Spagna.


Non vorrei tediarvi ancora e per questo chiudo con una notizia su Google, anzi sulla casa madre Alphabet che riporta un fatturato nel terzo trimestre del 2022 di 69,1 miliardi di dollari. Quasi a dire qualche spicciolo.
Buon ponte!

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