
La frase è stata coniata da un giovane studente stanco dei social network, ora sta prendendo piede in molti ambienti
Il veganesimo digitale sta prendendo piede. È un neologismo lanciato dal fondatore di una start-up americana, si chiama Cody Brown, uno slogan lanciato durante l’università, quando il suo compagno di stanza decise di lasciare Facebook e Twitter perché stanco e poco contento del mondo social. In realtà cosa significa? Brown lo ha spiegato così a diversi media americani:
“Lo vedo come una sorta di decoro ricorrente quando parlo con le persone di Internet”, ha detto. “E il decoro mi sembra simile al tipo di conversazioni che ho quando parlo con persone vegane. In molti modi il veganismo riguarda il rifiuto di certe cose. Sta dicendo che non posso farlo, non posso partecipare a questo perché si tratta di dare potere a qualcuno o comunicare qualcosa che pensi non sia etico. E tutti questi sono argomenti totalmente validi da parte di persone che possono fare in qualsiasi modo vogliano. Ma tutto questo è diventato una sorta di stile di vita quando si è cominciato a dire: “Non sono su Facebook. Non contribuisco a piattaforme chiuse come Facebook”.
“Non sto dicendo che ci sia qualcosa di sbagliato nell’essere vegano o nell’essere un vegano digitale. Ma è solo divertente che si stia reinventando un modo di essere”.
Il paragone è estremamente azzeccato, soprattutto perché sta diventando un vero movimento.
Ne è un classico esempio un senatore repubblicano che pretende di non usare Google. “È iniziato con il tonno”, spiega il membro del Congresso Ken Buck, quando gli viene chiesto perché non usa Google. Buck, 62 anni, è un repubblicano con quattro mandati alle spalle, rappresenta il Colorado orientale. “Quando vedo qualcosa che considero un’ingiustizia, semplicemente non compro il prodotto”, un altro esempio di veganesimo digitale. Ma si sta spingendo sempre più in la, infatti Buck non cerca sul web con Google, dice. Ordina al suo staff di non ordinare da Amazon. Non usa Facebook, nemmeno per comunicare con la famiglia. “Se vogliono parlare con me, chiamano”, dice. Continua a ripetere che è una “scelta di coscienza”.
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