Pegasus ci ha ricordato che siamo alla mercé del primo che passa, a nulla servono smartphone e password blindate

Il giorno in cui abbiamo capito di non essere al sicuro per niente è stato il 20 luglio 2021. Lo ricorderemo con precisione tutti, a questo proposito non nego di aver cercato su Amazon un Nokia 3310 per allontanarmi da eventuali danni collaterali.
Pegasus e i cavalieri dello zodiaco
Non serve a nulla niente. Compri un Android, lo tieni aggiornato? Non serve a nulla. Passi ad iPhone? I messaggi sono il suo punto debole e ti visitano l’intero telefono. Abbiamo scoperto che cliccare o meno su un link farlocco è ininfluente se poi è alla mercé del primo che passa. Che facciamo? Non dare il tuo telefono a nessuno. Poi ti chiamano dal Regno Unito con voce insistente per convincerti a fare trading e ti danno della maleducata se ti permetti di dire alla centesima telefonata: basta, avete rotto. Tutto è diventato un perfetto gioco al massacro.
A conti fatti Pegasus è solo la punta di un malessere esponenziale fatto di data brich, dati rubati, prestati e rivenduti. Non siamo più nemmeno i possessori della nostra identità, l’abbiamo consegnata nelle mani sbagliate. Nelle mani di quelle aziende che una volta persi nemmeno si sono scusate, anzi ti hanno comunicato che è tutto regolare.
I dati il nuovo petrolio?
È rimasto ormai ben poco da tracciare, forse la nostra stanchezza. Google ti notifica con solerzia che in quella trattoria c’eri già stata e che forse potresti lasciare una recensione. Ti sovviene il dubbio di aver lasciato la geolocalizzazione attiva, nulla. Ormai ti seguono ovunque come cani da tartufo. La leggenda che i dati sono il nuovo petrolio sta diventando una presa in giro.
Diciamoci la verità: siamo stanchi, stanchi delle password deboli, alfanumeriche con caratteri speciali e alla fine violate.
Stanchi di rispondere a call center invasivi che conoscono anche il nostro numero di scarpe, una stanchezza che ci porterà a tornare ad utilizzare il pizzino, la carta, la penna, il telefono a rotella e il modem a 56k pur di non affrontare l’inferno della mail violata, del conto online a rischio e dello smartphone visitato costantemente da personaggi esterni.
Quando ormai la prudenza vale poco lo scetticismo si mescola alla stanchezza e torniamo guardare al passato come sola ancora di salvezza.
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