
Il binomio malattia e tecnologia ormai è abituale, abitiamo un periodo dove si vive meglio anche grazie alla tecnologia
Qualche mese fa la mia celiachia è peggiorata. Sapevo di averla ma di fatto non era una forma estrema, come poi si è dimostrata.
Ho capito che stavo prendendo una brutta china quando ho visto le forze scemare e il cervello offuscarsi. La mia produttività aveva subito un brusco tracollo a causa della continua stanchezza. Dopo aver fatto i controlli di routine e sentito due medici ho cominciato il detox dal glutine.
Ho eliminato ciò che mi faceva male e ho cominciato a stare meglio.
La tecnologia e la celiachia
Racconto questo aneddoto privato perché oggi siamo fortunati a vivere in un’epoca dove tutto è più semplice. Il mio è un esempio banale di quanto oggi abbiamo tutto a portata di smartphone. Su Telegram esiste un gruppo dove potersi confrontare, parlare di questa sindrome e consigliarsi. Si scopre di non essere soli a combattere contro i supermercati o le multinazionali che a volte ti propinano prodotti senza sapore oltre che senza glutine. Sul web pullulano i siti specializzati e quelli che ti aiutano a gestire il cambiamento. Perché di quello si tratta, cambiare abitudini ed accorgersi di avere sempre fame perché il glutine saziava a differenza dei cibi gluten free.
Un po’ di sano cameratismo unito a foto di prodotti appetitosi e meno.
Mia nonna
La portata è notevole. Immagino mia nonna nel dopoguerra come si sarà sentita, con il mio stesso problema, a non avere un confronto e a convivere con questo malessere continuo. Di celiachia, oggi, non si muore, ben inteso, a mia nonna è successo. A questo si aggiunga un popolo stremato dalle fatiche della guerra. Oggi ciò che ci consente di vivere meglio, oltre alle innumerevoli scoperte scientifiche, è la consapevolezza di poter incontrare una persona con il mio stesso problema anche a qualche migliaio di chilometri di distanza e parlarne. Questa è la tecnologia buona, un marketing che fa bene.